mercoledì 16 giugno 2010

Mondiali: il Brasile vince a fatica Battuta 2-1 una ottima Corea del Nord


Brasile2:1Corea del Nord

Fatica molto più del previsto il Brasileper superare la matricola della Coppa del Mondo, quella Corea del Nordavvolta nel mistero ma capace di tenere sotto scacco gli uomini diDunga per quasi un'ora di gioco. C'è voluto un gran gol di Maicon al 54' per sbloccare una situazione complicata. Decisiva la rete di Elano al 74' ben servito dall'ispirato Robinho che ha reso vana la meritatissima rete di Yun Ji a cinque minuti dal termine.

Quella andata in scena a Johannesburg è sembrata la rivisitazione dell'epica sfida tra Davide e Golia. Il "Davide" in questione era la piccola quanto misteriosa Corea del Nord costretta ad incontrare sul proprio cammino il gigante del calcio mondiale, un "Golia" verdeoro, il Brasile di Carlos Dunga. L'esito alla vigilia era scontato, si scommetteva solo su quanti colpi il gigante avrebbe rifilato all'avversario: tre, quattro, cinque... macché. Il campo ha restituito tutta un'altra musica, ben più armonica ed equilibrata a dispetto delle 104 posizioni di differenza nel ranking mondiale. Due a uno sofferto per il Brasile e applausi convinti agli asiatici.

Ovviamente la partita non è stata giocata alla pari, ci mancherebbe, ma la Corea ha saputo usare al meglio le armi a propria disposizione: attenzione, applicazione e tanto impegno nel chiudere ogni possibile spazio alla Seleçao che di contro ha messo in campo, per almeno un'ora, uno stucchevole quanto lento possesso palla più consono al "Joga Bonito" da spiaggia che a una competizione mondiale. L'unico a ballare un po' di samba anche nel gelo sudafricano è stato Robinho con giocate che - a dire il vero - spesso sono risultate fini a sé stesse.

Il sogno coreano si è però infranto quasi dopo un'ora di gioco contro l'astro e il genio di Maicon, capace di sbloccare il risultato con una magia da fondo campo. Un esterno destro a rientrare che sorprende il portiere e marca la differenza tra due squadre mai così vicine seppur così lontane nel modo di interpretare e giocare il calcio. Lo stesso sogno però non si è spento neppure dopo il gol di Elano a un quarto d'ora dal termine col commovente impegno di Tae Se e compagni che ha trovato il giusto premio a un minuto dal termine con la rete di Yun Ji. Un'azione e una rete da applausi come tutta la prova dei coreani che nel finale hanno anche sfiorato il colpaccio.

Per quanto riguarda il Brasile, Dunga farebbe bene a preoccuparsi. Se è vero che il samba a certe latitudini, soprattutto d'inverno, non si balla è anche vero che una prestazione così sottotono contro una squadra oggettivamente non paragonabile ai verdeoro non è giustificabile, nemmeno se si parla di carichi di lavoro. Quello suonato da Yun Ji è stato un campanello d'allarme e Dunga, se vuole tornare a casa sano e salvo, farebbe bene a non sottovalutarlo.

IL TABELLINO
BRASILE - COREA DEL NORD 2-1
BRASILE (4-2-3-1):
Julio Cesar 6; Maicon 7, Lucio 5.5, Juan 6.5, Bastos 6.5; Gilberto Silva 6, Melo 6.5 (38'st Ramires sv); Elano 6.5 (27' st Dani Alves sv), Kakà 5 (32' st Nilmar 6.5), Robinho 6; Luis Fabiano 4.5. A disposizione: Gomes, Doni, Luisao, Thiago Silva, Gilberto, Josuè, Baptista, Kleberson, Grafite. All:. Dunga.
COREA DEL NORD (5-4-1): Myong Ri 6; Jong Cha 6, Kwang Ri 6, Yun Ji 7, Li 6; In Mun 6 (35' st Kim sv), Yong An 6, Nam Pak Chol 6, Chol An 6; Yong Hong 6, Jong Tae Se 6.5. A disposizione: Gil, Won, Won, Li, Jin, Chol, Pak Nam, Hyok, Jun, Myong, Kim, Sung Hyok, Chol. A disposizione: Kim Jong Hun.
ARBITRO: Kassai (Ungheria)
MARCATORI: 9' st Maicon (B), 26' st Elano (B), 44' st Yun Ji (C)
AMMONITI: Ramires (B)
ESPULSI: nessuno

15 giugno 2010

L'anti-Brasile ancora non c'è C. d'Avorio e Portogallo si annullano


Costa d’Avorio0:0Portogallo

L'attesissima sfida tra Costa d'Avorio e Portogallo finisce, come spesso accade, con un deludentissimo nulla di fatto. Le "seconde linee" del gruppo delBrasile si rendono infatti protagoniste di una partitaccia senza emozioni in cui l'unico acuto è il palo colpito da Cristiano Ronaldo dopo 11'. Logico, quindi, lo 0-0 finale. NellaCosta d'Avorio, senz'altro meglio dei lusitani, la nota lieta è il ritorno in campo di Drogba nella ripresa.

LA PARTITA
Nella ricerca dell'anti-Brasile del gruppo G tocca rimandare i verdetti alla prossima puntata. Costa d'Avorio e Portogallo, candidate al ruolo di seconda forza del girone, giochicchiano infatti senza farsi troppo del male. Un po' perché, salvo rare eccezioni, la qualità in campo non è elevatissima. Quindi perché la forza "bruta" degli africani ha tutta l'aria d'essere la miglior controindicazione alla tecnica del Portogalo. Capita così che, in 45', il massimo della vita sia un tiro di Ronaldo che si spalma contro il palo. Roba da lustrarsi gli occhi, certo - dribbling, contro dribbling e siluro che il portierone Barryosserva senza nemmeno accennare la parata -, ma troppo poco per mettere davanti la testa nella corsa alla qualificazione. Il resto, va da sè, è una specie di meeting di atletica in cui di calcio c'è solo il pallone. La musica, ed è paradossale, la suona la Costa d'Avorio, ma l'azione degli africani, liscia fino alla trequarti, si frena bruscamente di fronte a un semaforo rosso di nome Drogba. Tradotto: tutto bene fino ai 25 metri, dove l'assenza dell'attaccante del Chelsea, in panchina dopo l'infortunio, si fa sentire parecchio.

Nella ripresa la solfa non cambia e le occasioni da gol, quindi, restano un'ipotesi. Il Portogallo, già in difficoltà nella costruzione della manovra per il pressing forsennato della Costa d'Avorio, "perde" pure per strada Cristiano Ronaldo che entra in un sonno lungo 45' e sparisce lentamente dal match (solo una punizione alta a dieci dalla fine). Eriksson, da parte sua, comincia a prendere in considerazione la possibilità di vincere e decide, quindi, di giocarsi la carta Drogba per dare una mano là davanti aGervinho e provare a dare un senso al pomeriggio sudafricano dei suoi.

I cambi, però, non producono granché e il pareggino più logico del mondo, non fosse per il finale arrembante degli ivoriani, arriva fin troppo serenamente a destinazione. Sta di fatto che, com'era prevedibile, Costa d'Avorio e Portogallo dovranno ora guadagnarsi la qualificazione contro Brasile e Corea del Nord. La differenza, c'è da scommetterlo, la faranno i gol fatti ai coreani. Imprese contro la Seleçao, alla luce di quanto si è visto, non sono infatti obiettivamente preventivabili.

IL TABELLINO
COSTA D'AVORIO-PORTOGALLO 0-0
Costa d'Avorio (4-3-3):
Barry 6; Demel 6,5, K. Toure 6,5, Zokora 6, Tiene 6; Eboué 6,5 (43' st Romaric sv), Y. Toure 6,5, Tiote 6; Gervinho 6,5 (36' st Keita sv), Dindane 6, Kalou 5,5 (21' st Drogba 6,5). A disp.: Zogbo, Yeboah, Angoua, Boka, Gohouri, Doumbia, Drogba, Gosso, Koné, Bamba. All: Eriksson
Portogallo (4-3-3): Eduardo 6,5; Paulo Ferreira 6, B. Alves 6, Carvalho 6,5, Coentrao 6; Deco 5 (17' st Tiago 5,5), Mendes 6, Meireles 5,5 (40' st Amorim sv); Ronaldo 6, Liedson 5, Danny 5 (11' st Simao 5,5). A disp.: Beto, Fernandes, Rolando, Duda, Miguel, Miguel Veloso, Pepe, Almida, Ricardo Costa. All.: Queiroz
Arbitro: Larrionda (URU)
Ammoniti: Zokora, Demel (CA), C. Ronaldo (P)
Espulsi: nessuno

martedì 15 giugno 2010

La Nuova Zelanda tiene duro Zampata finale: 1-1 con la Slovacchia


Nuova Zelanda1:1Slovacchia

E' terminato 1-1 il match tra Nuova Zelanda e Slovacchia, avversarie dell'Italia nel gruppo F. Dopo un primo tempo povero di emozioni, ma ricco di errori da entrambe le parti, la squadra di Marek Hamsik è passata in vantaggio al 5' della ripresa grazie al colpo di testa di Robert Vittek. I neozelandesi, ordinati e compatti per tutti i 90', sono stati ripagati dal gol in pieno recupero realizzato dal difensore Winston Reid.

Le due squadre impegnate nel gruppo F con Italia e Paraguay si incontrano per la prima volta nella loro storia. Per la Slovacchia è esordio assoluto nella competizione, la Nuova Zelanda invece si ripresenta al Mondiale dopo 28 anni di assenza. Il C.T. neozelandese Ricky Herbert, opta per un 3-4-3, mentre il tecnico slovacco Vladimir Weiss schiera un 4-2-3-1 "Mourinhano" con Hamsik largo a sinistra.

LA PARTITA
Nonostante l'evidente divario tecnico, la Slovacchia fatica a rendersi pericolosa, le manovre offensive sono infatti poco incisive e organizzate. Al contrario la Nuova Zelanda riesce a far girare il pallone con disinvoltura e l'atteggiamento degli "All White" blocca gli slovacchi nella propria metacampo. I ritmi della partita sono blandi e la prima azione pericolosa avviene al minuto 22: Marek Hamsik riceve palla sulla sinistra e dal limite dell'area innesca un destro a girare che finisce di poco a lato. L'impressione è che la squadra di Weiss giochi adattandosi ai ritmi dei neozelandesi, non approfittando delle non eccellenti doti tecniche degli avversari, che se pressati in mezzo al campo vanno in difficoltà. Al 27' si scuote l'attacco slovacco: il 27enne Sestak penetra con velocità in area e lascia partire un violento destro che termina di poco a lato. Al 30' Paston esce a vuoto sul calcio d'angolo, ma il pericolo non si concretizza. Il portiere del Wellington Phoenix è ancora protagonista in negativo quando, al 33', dopo un "liscio" clamoroso regala palla a Vittek, ma l'attaccante del Lille non riesce ad apporfittarne e sbaglia l'appoggio per Hamsik. Lo schema su calcio piazzato al 43' serve una buoan occasione per Hamsik, che calcia bene di destro, ma Paston mette in angolo. Sul finire c'è tempo anche per l'ennesima uscita goffa del non impeccabile portiere, corner per gli slovacchi, ma l'arbitro Damon manda tutti negli spogliatoi.

Nonostante lo scarso potenziale tecnico, la Nuova Zelanda riesce a impostare meglio la manovra, seppur in maniera prevedibile, ma comunque si dimostra sempre lineare e compatta. La Slovacchia, che al contrario dovrebbe "fare la partita", non riesce a sfruttare la superiorità degli elementi in campo, sprecando anche le ghiotte occasioni offerte dall'estremo difensore neozelandese.

Si riparte senza sostituzioni e gli schemi in campo delle squadre sono invariati rispetto alla prima frazione di gioco. Il primo calcio d'angolo è della Slovacchia, Skrtel trattiene in area Reid commettendo fallo sul neozelandese. L'undici di Weiss spinge con maggiore convinzione e al 5' trova il gol conRobert Vittek, che insacca di testa un preciso cross dalla destra. Il direttore di gara non vede però laposizione di fuorigioco del 28enne slovacco. La Nuova Zelanda tenta una timida reazione, ma il vantaggio sembra aver sbloccato la Slovacchia, che conduce la gara con maggiore sicurezza. Al 13' il numero 9 Sestak avanza velocemente sulla destra liberandosi di un paio di avversari prima di perdere il pallone.
La Slovacchia rallenta la manovra, coprendo gli spazi e facendo girare bene il pallone. Al 19' Hamsik deve fare i conti con la discussa fisicità del pallone: il suo destro dal limite vola oltre la traversa di Paston. Grande salvataggio di Winston Reid, che al 25' ferma il destro di Vittek tentato dopo una pregevole triangolazione in area neozelandese. Primo cambio del match: Herbert rileva un poco incisivoKillen con il numero 20 Chris Wood. Al 32' la difesa degli "All White" resta a guardare mentre Sestak riceve un pallone morbido in area, ma la punta del Bochum ritarda troppo la conclusione e Lochheaddevia in angolo. Per la Nuova Zelanda scende in campo anche Christie al posto di Vicelich, mentre nelle file slovacche entrano Holosko e Stoch, ed escono Sestak e l'autore del gol Vittek. Al 43' Smeltzsfiora il pareggio, ma la torsione nel colpo di testa non è perfetta e la palla termina a lato alla destra di Mucha. Weiss sostituisce l'omonimo figlio con Kucka. Mentre la Slovacchia cerca di chiudere tutti gli spazi per assicurarsi la vittoria, ecco che arriva l'inatteso gol neozelandese: con un colpo di testa a fil di palo Winston Reid agguanta il pareggio al 48'. Non c'è più tempo, il fischietto di Damon sancisce la fine della gara, tra le assordanti "vuvuzela" neozelandesi presenti a Rustenburg e l'espressione atterrita di Vladimir Weiss.

Il finale accontenta appieno gli "All White" guidati da Ricky Herbert, che sono sembrati per tutti i 90 minuti molto più solidi e organizzati di quanto ci si aspettasse e, nonostante le lacune tecniche, non sono mancate le sortite offensive. Dall'altra parte il pareggio non era certo il risultato migliore per gli slovacchi di Weiss, ma la carente organizzazione di gioco e le leggerezze in fase offensivahanno impedito a Hamsik e compagni di chiudere un match il cui esito alla vigilia sembrava già scritto.

IL TABELLINO

NUOVA ZELANDA - SLOVACCHIA 1-1

Nuova Zelanda (3-4-3): Paston 4.5; Reid 7, Nelsen 5.5, Smith 5.5; Bertos 6, Vicelich 5.5 (33' st Christie sv), Elliot 6, Lochhead 6; Killen 5 (27' st Wood 5.5), Fallon 5.5, Smeltz 6. A disposizione: Bannatyne, Moss, Sigmund, Boyens, Barron, Clapham, Mulligan, Brockie, Brown, Mc Glinchey C.T.: Herbert

Slovacchia (4-2-3-1): Mucha 6; Zabavnik 5.5, Durica 5.5, Skrtel 6, Cech 5.5; Weiss 7 (45' st Kucka sv), Strba 6; Sestak 6.5 (36' st Holosko 6.5), Vittek 6.5 (39' st Stoch sv), Hamsik 6.5; Jendrisek 5. A disposizione: Pernis, Kuciak, Pekarik, Salata, Petras, Kopunek, Sapara, Jakubko, C.T.: Kozak

Marcatori: 5' st Vittek (S), 47'st Reid (NZ)

Arbitro: Damon (Sudafrica)

Ammoniti: Lochhead (NZ), Strba (S)

15 giugno 2010

Italia, debutto con incompiuta: 1-1 Gli azzurri fermati dal Paraguay


ITALIA-PARAGUAY 1-1

Esordio in chiaroscuro per l'Italia ai mondiali sudafricani. La Nazionaleha chiuso con un pareggio per 1-1 il primo match del girone F contro ilParaguay, rimontando nella ripresa lo svantaggio subìto nel primo tempo daAlcaraz, in gol al 39'. Gli azzurri hanno fatto la partita prima e dopo il gol sudamericano e hanno trovato il giusto pareggio al 18' della ripresa con De Rossi su azione d'angolo. Infortunio per Buffon, sostituito daMarchetti.

LA PARTITA Rapsodia in grigio più che in blu o in azzurro, sorriso che si spegne a mezza bocca. La prima Italia sudafricana lascia ai suoi tifosi giudizi e animi sospesi. L'istinto sarebbe quello di dare una pacca sulla spalla a tutti per l'impegno, la voglia degna di un mondiale: ma il pensiero non potrebbe evitare il grande dubbio: ma se non siamo riusciti a scavalcare il Paraguay (corsa, "garra" e ben poco altro), che faremo quando la strada inizierà davvero ad alzarsi sotto i pedali? L'Italia, da subito, ha cercato di imporre i suoi titoli e una qualità che, con qualsiasi formazione, non potrà mai essere inferiore a quella del Paraguay. Colpisce favorevolmente il movimento senza palla di molti azzurri: Zambrotta e Criscito sulle fasce, Pepe in avanti, Montolivo pronto a farsi vedere ogni volta che si riconquista palla. Corre anche Marchisio, che tuttavia continua a inciampare nel faticoso cammino verso il ruolo di pseudo-trequartista. E il fantasma dell'assenza di un numero 10, o di qualcosa che gli somiglia inteso come solista capace dell'invenzione spacca-partita è l'unica ma fondamentale mancanza degli azzurri nel primo tempo. Il Paraguay se ne sta lì, buono e tranquillo, nella sua metà campo, non va a cercarsi guai. Contiene, pensa a tenere gli azzurri lontano dall'area e ci riesce: potrebbe andare fuori dai binari con un calcio piazzato, o con un'invenzione. Per entrambe le situazioni, ci manca l'uomo giusto. E non bastasse questo, il calcio piazzato (dubbio, tra l'altro) manda fuori dai binari noi, al 39': palla neanche troppo tesa in mezzo alla nostra area, dove vigono marcature blande. Il difensore centrale Alcaraz si infila in mezzo al triangolo Cannavaro-De Rossi-Zambrotta, che non è quello delle Bermude: Alcaraz non sparisce e gli basta toccare con precisione con la fronte per salutare Buffon. A sua volta, Buffon saluta dagli spogliatoi, dove si ferma dopo il primo tempo. Non bastasse lo svantaggio, il morale azzurro viene intaccato dalla resa del portierone, messo ko da un riacutizzarsi della sciatica provocato, forse, dalla pioggia e dal freddo di Città del Capo. Entra Marchetti, ma i cambi veri sono quelli che prova Lippi dal centrocampo in su: Marchisio più dietro, Pepe a sinistra, Iaquinta a destra, è 4-3-3 che causa mancanza di idee non scardina il fortino sudamericano. Manca disperatamente qualcuno che provi, non si dice riesca, a saltare l'uomo, e a Lippi non rimane che rivolgersi a un altro reduce berlinese, Camoranesi. Un ingresso che trasforma nuovamente l'Italia, ora impostata su un 4-4-2: ma gli schemi contano ben poco nel sospiratissimo pari di De Rossi, che ritrova provvidenzialmente uno dei suoi blitz in area su un angolo calciato da sinistra al 18' della ripresa. Mezz'ora a disposizione, ma tutto quello che può offrire - nonostante piombi sul tavolo del match la carta Di Natale - l'Italia è impegno, concentrazione buona a evitare nuove sciocchezze difensive, consolante tenuta fisica. Per quanto riguarda i tentativi concreti di lieto fine, ci sono solo i tentativi di Pepe e Montolivo, le due note positive insieme a un ritrovato Zambrotta, al solito irriducibile De Rossi che si appunta al petto la prima medaglia del mondiale azzurro. Speriamo che ne si possano assegnare tante altre, stavolta con sguardo e mente molto più serene.

Italia (4-3-2-1): Buffon (1'st Marchetti); Zambrotta, Cannavaro, Chiellini, Criscito; De Rossi, Montolivo, Marchisio (15' st Camoranesi); Iaquinta, Pepe; Gilardino (27' st Di Natale). A disposizione: De Sanctis, Maggio, Gattuso, Bocchetti, Palombo, Quagliarella, Pazzini, Bonucci. C.T.: Lippi Paraguay (4-4-2): Villar; Morel, Alcaraz, Paulo Da Silva, Bonet; Torres (15' st Santana), V.Caceres, Riveros, Vera; Valdez (23' st Santa Cruz), Barrios (30' st Cardozo). A disposizione: Barreto, Bobadilla, Veron, Caniza, Caceres, Barreto, Benitez, Ortigoza, Gamarra. C.T. : Martino Reti: 39' pt Alcaraz; 17' st De Rossi Arbitro: Archundia (Messico) Ammoniti: V.Caceres (P), Camoranesi (I)

14 giugno 2010

lunedì 14 giugno 2010

Basta parole, tocca all'Italia Stasera debutto azzurro con il Paraguay


Dopo amichevoli, allenamenti e polemiche, finalmente è arrivato il giorno dell'Italia al Mondiale 2010. Questa sera alle ore 20.30 gli Azzurri debutteranno a Città del Capo col Paraguay nel primo match del gruppo F. Lippi sembra non avere dubbi di formazione: 4-2-3-1 con Cannavaro e Chiellini centrali davanti a Buffon, Criscito e Zambrotta esterni. A centrocampo De Rossi e Montolivo. Iaquinta, Marchiso e Pepe alle spalle di Gilardino.
FORZA RAGAZZI!!! RENDETECI ORGOGLIOSI DI ESSERE ITALIANI

Mondiali, ruggito della Germania Australia asfaltata: finisce 4-0


Germania4:0Australia

Arriva grazie alla Germania la prima goleada del Mondiale. La nazionale tedesca batte l'Australia 4-0 e vola in testa al Gruppo D insieme al Ghana. Ottima la prova della Germania, in rete dopo appena 8' con Podolski. Al 26' Klose trova il gol che chiude una partita che per l'Australia si complica ulteriormente al 56', quando l'arbitro Rodriguez espelle Cahill per un fallo a centrocampo. Di Muller al 68' eCacau al 70' le altre due reti tedesche.

LA PARTITA
Finisce che siamo alle solite. Tutti ad aspettare il talento della Seleccion di Maradona e Messi e la concretezza dell'Inghilterra di Rooney e Capello e, al terzo giorno, tocca già rivedere la hit parade delle pretendenti al Mondiale. Achtung, la Germania fa paura. I giovanotti di Loew fanno paura. Poi, chiaro, si può perfino pensare che non faccia testo questa specie di amichevole contro un'Australia parsa obiettivamente troppo debole. Ma i tedescacci, che ai Mondiali non deludono mai, sono un undici temibile, ben disposto in campo, veloce, tonico e, in alcuni elementi, anche talentuoso. Altro cheGermania operaia. A Durban s'è visto un gran bel gioco. E dire che l'Australia non era nemmeno partita male e al 3' aveva provato a spaventare i "crucchi" con una deviazione da pochi passi di Garciarespinta da Lahm. Il problema, se di problema si tratta, è che la partita degli Aussie è finita lì. Perché alla prima occasione, minuto otto, la Germania ha messo subito avanti la testa: cross dalla destra diMuller dopo un bel taglio in area premiato da Ozil (a proposito, sarà leziosetto, ma questo è bravo davvero) e prima pallonata in rete per la firma di Podolski.

Una volta in vantaggio la formazione di Loew ha fatto il bello e cattivo tempo. Aspettando l'Australiacon nove uomini regolarmente dietro la linea del pallone e con ripartenze stile-Inter. Il giochino, infatti, è sembrato un po' quello di Mourinho: recupero del pallone in mezzo al campo, verticalizzazione rapida su Ozil, lo Sneijder di Germania, e assist nello spazio per le punte. Tra queste Klose fa un po' il Milito, nel senso che si porta sulle spalle i due centrali avversari e aiuta la squadra a salire. Del Principe, però, non ha la precisione sotto porta, perché prima di infilare il raddoppio (zuccata da centro area al 26' agevolata da un'uscita disgraziata di Schwarzer) il puntero del Bayern si mangia due gol grandi così. Però, e non è un dettaglio irrilevante, Klose è sempre Klose che, tradotto, fa uno che ai Mondiali ha infilato 11 biglie. Mica noccioline...

Fatto sta che all'ora del the (leggasi intervallo), la Germania aveva già archiviato la pratica. La ripresa, dunque, tra l'altro agevolata dall'espulsione incredibile di Cahill all'11' - fallo da nulla in mezzo al campo: al massimo da ammonizione -, vale per quel che vale. Meglio, serve ai tedeschi per tenere tonica la gamba, divertirsi un po', e massacrare l'Australia con il 3-0 di Muller al 23' e il 4-0 di Cacau due minuti dopo. Giù il sipario e giù il cappello. Poi, a partire dalla prossima sfida contro la Serbia, la questione sarà certamente più complicata. Sempre che non finisca come ogni volta: tutti ad aspettareArgentina, Inghilterra, Brasile e Spagna e a ritrovarsi, alla fine della fiera, con la solita Germania in finale.


IL TABELLINO
GERMANIA-AUSTRALIA 4-0
Germania (4-2-3-1):
Neuer sv; Lahm 7, Friedrich 6, Mertesacker 6,5, Badstuber 6; Schweinsteiger 6,5, Khedira 6,5; Muller 7, Ozil 7,5 (29' st Gomez sv), Podolski 8 (36' st Marin sv); Klose 7,5 (24' st Cacau 6,5). A disp.: Wiese, Butt, Jansen, Aogo, Tasci, Kiessling, Trochowski, Kroos, Boateng. All.: Loew.
Australia (4-2-3-1): Schwarzer 5; Wilkshire 5, Moore 4,5, Neil 4,5, Chipperfield 5,5; Valeri 5, Grella 5 (1' st Holman 6); Emerton 5 (29' st Jedinak sv), Culina 4,5, Garcia 5,5 (19' st Rukavytsya 5); Cahil 5,5. A disp.: Federici, Galekovic, Beauchamp, Kennedy, Kewell, Milligan, Carney, Vidosic, Bresciano. All.: Verbeek
Arbitro: Rodriguez Moreno (MES)
Marcatori: 8' Podolski, 26' Klose, 23' st Muller, 25' st Cacau
Ammoniti: Moore, Neil, Valeri (A), Ozil, Cacau (G)
Espulsi: 11' st Cahill (A), per gioco scorretto

13 giugno 2010

    Follia Kuzmanovic, sorride il Ghana Mondiali: mani e rigore, Serbia ko


    Serbia0:1Ghana

    Ingenuità di Kuzmanovic (mani in area) e rigore realizzato da Gyan: a Pretoria il Ghana la spunta nel finale sulla Serbia per 1-0 in un match valido per il gruppo D del Mondiale. Tanta noia nel primo tempo, qualche sussulto in più nella ripresa, conAyew da una parte e Zigic dall'altra che sprecano due buone occasioni. Poi il palo esterno di Gyan. Dal 74' gli uomini di Antic restano in 10 per rosso a Lukovic. E dieci minuti dopo il gol partita.

    LA PARTITA
    Nessun sussulto nel primo tempo: lo spettacolo è soltanto sugli spalti, dove spiccano i balli e i colori sgargianti dei sostenitori del Ghana. Sul campo poco ritmo, gioco nullo, per non parlare di emozioni: non pervenute. In compenso tanti errori grossolani, da una parte e dall'altra: si sbagliano i controlli di palla più elementari. Solo colpa del pallone 'da supermercato'? Tra le due squadre sicuramente meglio il Ghana, organizzato nella costruzione delle manovra e solido in difesa. Anche se l'attacco della Serbianon rappresenta certo la prova del nove: Pantelic è impalpabile e Zigic si fa notare soprattutto in fase di copertura. In mezzo al campo Stankovic e Milijas sono fermi; stesso discorso per Krasic, un po' meglio Jovanovic. I pericoli, se così si possono definire, arrivano dai calci piazzati: va fuori di pochissimo una punizione del laziale Kolarov al 29'. Il Ghana dal canto suo ci prova dalle fasce, ma mancano le deviazioni.

    Si vede qualcosa di meglio nella ripresa, di sicuro le occasioni da gol. Ma anche qui regna sovrano l'errore, prima del ghanese Ayew, che sbaglia l'impatto di testa su ottimo cross di Tagoe dalla destra, poi del serbo Zigic, che su servizio di Pantelic sbaglia clamorosamente la conclusione sotto porta. Al 60' brivido per la Serbia, con Gyan che colpisce il palo esterno su colpo di testa. Al 74' gli uomini di Anticrestano in 10 per espulsione di Lukovic per doppia ammonizione e paradossalmente da quel momento si rendono più pericolosi: Krasic, nell'unico lampo di una partita scialba, costringe Kingson al miracolo, poi Ivanovic sfiora la traversa con un siluro da fuori. Ma al 39' ecco l'episodio che condanna la Serbia: l'ex viola Kuzmanovic la prende di mano in area e l'arbitro Baldassi decreta il rigore: sul dischetto va Gyan che realizza. E prima del triplice fischio il Ghana sfiora il raddoppio con il secondo legno colpito sempre da Gyan. Finisce così, con la prima vittoria africana al Mondiale. E la prima delusione per una Serbia davvero brutta.

    LE PAGELLE
    Gyan 7 - Sua la firma del rigore che regala la vittoria al suo Ghana. Ma la prestazione dell'ex Udinese non si limita a questo: due pali e tanto movimento.

    Stankovic 5,5 - Un paio di lanci in profondità dei suoi e poco altro. Troppo fermo sulle gambe, nessuno dei suoi spunti e delle sue incursioni che spesso hanno fatto la fortuna dell'Inter.

    Krasic 5 - No, non può essere questo il giocatore che la Juve vuole per rafforzare le fasce. Primo tempo tre controlli da censura e a inizio ripresa un buon cross. Fino a quel momento tanto movimento della chioma bionda e basta. Si infiamma con quella conclusione al veleno che Kingson respinge. Poco.

    Vidic 5 - Male il centrale del Manchester United. Prima si perde Ayew, poi Gyan e per fortuna sua non sono dolori. Buchi clamorosi, non degni della sua fama.

    Kuzmanovic 4 - Imperdonabile l'ingenuità che condanna la Serbia alla sconfitta. Un gesto tanto folle quanto goffo.

    IL TABELLINO
    Serbia-Ghana 0-1
    Serbia (4-4-2):
    Stojkovic 6; Ivanovic 5,5, Vidic 5, Lukovic 4,5, Kolarov 5,5; Krasic 5, Stankovic 5,5, Milijas 5 (17' st Kuzmanovic 4), Jovanovic 6 (31' st Subotic sv); Zigic 5 (24' st Lazovic 5), Pantelic 5. A disposizione: Isailovic, Djuricic, Rukavina, Kacar, Tosic, Obradovic, Ninkovic, Petrovic, Mrdja. Ct.: Antic.
    Ghana (4-4-2): Kingson 6,5; Pantsil 6, Mensah 6, Vorsah 6, Sarpei 6; Annan 6, K.Asamoah 6,5 (28' st Appiah 6), Ayew 6,5, Boateng 6 (46' st Addy sv); A.Gyan 7 (48' st Owusu Abeyie sv), Tagoe 6,5. A disposizione: Agyei, Ahorlu, Inkoom, Mensah, Muntari, Amoah, Ayew, Adiyiah. Ct.: Rajevac.
    Arbitro: Baldassi (ARG)
    Marcatori: 39' st rig. Gyan (G)
    Ammoniti: Zigic, Kuzmanovic (S), Vorsah, Tagoe (G)
    Espulsi: 29' st Lukovic (S) per doppia ammonizione

    13 giugno 2010